Svolgimento:

INPSOggi sono andato a fare una gita all'INPS.
Prima sono entrato da una parte dove ho dovuto fare la fila per parlare con un signore che sembrava molto occupato ma che alla fine mi ha fatto il piacere di parlare con me e mi ha dato un foglio su cui io ho dovuto scrivere delle parole.

Poi con questo foglio sono andato a fare la fila dall'altra parte del pannello, però siccome non ero sicuro di tutte le parole che ci avevo scritto, ho chiesto all'altro signore quando è stato il mio turno.
Questo secondo signore aveva un po' la faccia impaurita... forse gli ho fatto una domanda troppo difficile... eppure avevo solo cominciato a dire "Mi scusi, cosa devo scrivere..." e mi ha interrotto subito dicendo che lui prendeva solo i fogli e che avrei dovuto rifare la fila all'altro numero civico...
Sono andato all'altro numero civico mi sono accorto che era lo stesso ufficio ma era solo diviso da una pianta... però ho rifatto la fila.
Quando ho parlato con la signora, lei è stata molto buona con me e mi ha aiutato con quello che avevo scritto... però non mi ha potuto inserire il foglio nel suo computer perché ha detto che "oggi non funzionavano"... che sfortunello... proprio oggi...
Alla fine gli ho fatto un'altra domanda e lei mi ha detto che dovevo tornare al numero civico di prima e rifare la fila... che strano...
Sono andato di nuovo dov'ero andato all'inizio (ma in un altro sportello eh) e c'erano tanti signori grandi che erano tutti seduti a guardare un tabellone che faceva scorrere dei numeri.
A me è piaciuto un sacco.
Quando alla fine è comparso il numero che avevo io in tasca ho parlato con un'altra signora, e le ho rifatto la stessa domanda e lei mi ha detto che non ci potevo fare nulla e che avrei dovuto aspettare di andare in pensione per saperlo... che strano...
E poi sono andato via.
E c'era il sole.
Mi sono sentito tanto a casa.
Fine del pensierino.

Collegati o registrati per inviare un commento