Suzuki Bandit 1250SDurante l'ultimo motogiro, organizzato da ucarcamagno, oltre a godermi curve, compagnia e mangiate ho avuto l'occasione di "testare" la sua nuova moto: Suzuki GSF 1250 Bandit S (2008).
Dal 2000, anno in cui ho iniziato ad andare in moto, "cavalco" enduro-stradali (circa 150.000 Km), e ho militato per quasi 6 anni in una setta praticante la religione bicilindrica.

Recentemente mi sono convertito, passando alla temporanea certezza che "il motore per la strada ha tre pistoni", come scrivono gli esperti sulle riviste di settore. Ma questo solo dopo aver provato, come San Tommaso, la Triumph Tiger 1050 (credo lui abbia montato gomme tassellate, all'epoca).
Diciamo "convertito" almeno in teoria, visto che guido ancora tutti i giorni e con soddisfazione la mia bella twin 900 (e se googlate per capire cos'è cominciamo proprio male).
Però sogno in tre frazioni e questo conta, visto che si parla di passioni.
Con queste premesse la prova non dovrebbe riservare grosse sorprese e forse non avrebbe neanche molto senso.
La Bandit è una stradale pura, ha un motore enorme (con quattro cilindri, almeno uno di troppo) e di conseguenza pesa tanto.
Ma da sempre provo a guidare tutto quello che mi capita (per esempio cerco di approfittare degli open days dei concessionari) e sono convinto sia il modo migliore di accrescere la propria consapevolezza di pilota (ok, suona pretenzioso, diciamo motociclista occasionale). Comunque si scoprono sempre cose interessanti, tipo che sulla tua devi regolare la frizione, visto come funziona bene una che è messa a punto correttamente.
Inoltre avevo visto i grafici del motore, e quello della coppia prometteva così bene, ma così bene…
Addirittura in una recensione ne elogiavano questo aspetto definendola un "trattore", e il sorriso di ucarcamagno quando se ne parlava dava supporto alla tesi.
Insomma, dovevo assolutamente sapere!

Quindi, dopo la giornata di sabato trascorsa unendo con linee il più curve possibile i puntini concordati (aperitivo a Sovana, pranzo a Pomonte, puntata sul monte Amiata, immersione nella pozza della balena bianca di Bagni San Filippo e cena più pernottamento a San Casciano dei Bagni), e la notte risognando il Barcellona (!!!), al mattino della domenica mi defilo. Invece di seguire il programma ufficiale, che prevede alcune ore nel rinomato centro termale del paese, mi accingo a fare un giretto sulla Bandita e poi qualcun altro con la mia, nell'eventualità che al mio ritorno gli altri non si sentano ancora abbastanza belli e rinvigoriti per nuove avventure.

Ecco il resoconto con le mie impressioni e alcune immagini (cliccabili).

San Casciano - Via Cassia - 13kmPartenza dall'albergo, direzione Cassia, quella da cui provenivamo il giorno precedente. Non mi era sembrata molto impegnativa e volevo prendere confidenza col "trattore".
13km.
Nessuna difficoltà ma neppure feeling spontaneo. Non ho posizione e stile di guida da stradale, quindi impiego il tragitto per ambientarmi e a prendere confidenza con freni, cambio e regimi di base.
La cosa che mi colpisce maggiormente è la mancanza assoluta di protezione dall'aria. Nonostante sia dotata di cupolino sento il fresco nel casco, sul collo e sulla parte superiore del busto.

E' un piacevole tratto di trasferimento, poco di più. Da fare se si passa in zona, come minimo garantito.

Via Cassia - Radicofani (rocca di) - 24kmRaggiunta la via Cassia faccio inversione, la meta è Radicofani e la strada che ho scelto per arrivarci è quella che passa da Celle sul Rigo.
24km.
Non mi sento ancora a mio agio. Tanto che appena mi accorgo di avere dietro una Hornet, che mi ha raggiunto dopo un paio di km, e realizzo che sta esitando, nel misto, metto la freccia e rallento ulteriormente, per lasciare strada, pensando: "prima che mi pigli per il culo, sverniciandomi all'esterno in qualche curvone…"

Quando gli sono dietro noto che il tipo procede piuttosto tranquillamente, che interpreta bene il ruolo del pilota domenicale (capi tecnici e spostamenti sulla sella) e che conosce il tracciato (non tocca i freni solo prima delle due curve veloci che incontriamo). Subito dopo ci sono due rettilinei in cui lui non accelera e che io uso per conoscere meglio la nuova amica, per cui siamo di nuovo vicini quando inizia un altro tratto misto. Realizzo che avere lui come riferimento può essere d'aiuto, come dritta su ciò che mi aspetta, e mi impegno per imitarlo.

In effetti concentrato su di lui comincio a trovare qualche automatismo (di comandi e di posizione) e mi accorgo di spostarmi sulla sella seguendo l'esempio (fiko!)
Mi riesce di pennellare bene un paio di curve e, grazie alla COPPIA (ma per la sensazione "coppia" sembra riduttivo, direi più terzetto o quartetto) spontanea in uscita (fa tutto lei!) non mi stacca più, anzi, devo dosare il gas per rimanere a distanza. Vorrei proprio evitare che pensi voglia sfidarlo.
La cosa mi diverte un po', soprattutto notando che se freno quanto lui, in ingresso, "curvo come sui binari", in sicurezza e con parecchio margine.
A questo punto arriviamo al bivio e mentre lui prosegue, io giro per Celle-Radicofani.

Mi applico per mettere a frutto quello che ho appena imparato. Ce la faccio anche senza riferimento, bien.
La cosa che mi colpisce maggiormente è che l'aria fresca diretta passa in secondo piano.

Da Celle sul Rigo la strada è abbastanza divertente, direi 3 stelle e mezzo.

Rocca di Radicofani (2)Arrivo sotto a Radicofani e mi fermo per uno scatto alla Rocca.

Poi ci arrivo ma non entro. Oltre alla necessità di un biglietto d'ingresso sembra che la visita richieda diverso tempo, visto che include vari ambienti ricostruiti e la possibilità di conoscere la vita del tempo. Un'altra volta, magari.

AmiataDalla sua base, però, in cima alla collina, il belvedere consente di ammirare l'Amiata, raggiunto il pomeriggio precedente. Non male, vero?

Parto verso Sarteano.
19km.

Ora, data la confidenza coi comandi e le reazioni, che non richiedono più attenzione specifica, mi focalizzo spontaneamente sullo step successivo e trovo un bilanciamento ottimale tra approccio fisico e scelta dei parametri di curva (velocità di ingresso, marcia e regime). Scopro che:
Radicofani (rocca di) - Sarteano (quasi) - 19km1) tutte le curve (ok, esclusi i tornanti) diventano rettilinei fino a 60/70 km/h. Nessuna fatica, nessuna concentrazione, non sento i pneumatici in presa, è proprio la ciclistica che scava un solco preciso nell'asfalto. Nel misto, anche lento, il peso non si sente, perché il bilanciamento complessivo è ottimo.
2) mentre abitualmente con la mia utilizzo la seconda per le curve strette o cieche, qui il rapporto giusto è il terzo
3) anche dalle curve più strette si esce almeno a 80 km/h e il trattore apre sempre con una grinta strepitosa, con lo stesso risultato qualunque sia la marcia inserita (quarta, quinta, sesta).  
4) "con lo stesso risultato qualunque sia la marcia inserita" significa che spesso non ho idea di quale marcia io stia usando, e per capire quante ne devo scalare spesso mi sono trovato a dover salire fino in sesta (ma questo non penalizza, lei va comunque forte e a volte scoprivo di essere già in sesta) per poi scalare di nuovo, contando a ritroso da sei.
5) questo motore "enorme" (in senso figurato) demolisce i miei pregiudizi sui quattro cilindri: non è vero che per sfruttarlo bene (e giustificarne l'esistenza, o quantomeno l'acquisto) devi tenerlo su un regime alto, che mediamente non puoi sostenere se non sei in pista. Anzi, in questo caso è il contrario, penso proprio di non aver mai raggiunto i 6000 giri. Cosa succede dopo non lo so, e neanche mi interessa. Visto che la coppia massima è disponibile così in basso è più efficace passare alla marcia superiore che continuare a salire. Un sogno!
Chiaramente ho trovato anche dei difetti:
1) quello + grande è che manca il pulsante "passa in sesta" (si risparmierebbero più del 50% dei cambi)
2) il minore è che un contamarce darebbe quel filo di sicurezza in più, almeno all'inizio (magari dopo un po' uno distingue almeno quarta da quinta o quinta da sesta, ma non ci scommetterei). E infatti mi dicono che nella versione successiva l'hanno aggiunto
3) quello medio è che per viaggiare con un filo di gas nei tratti più scorrevoli (che consente di risparmiare benzina) forse non basterebbe il settimo rapporto, ma se ci fosse si userebbe spesso.

Comunque mi si stampa un sorriso in faccia che dura Km.
:-)

Questo tratto è quello in cui ho imparato di più quindi, riflettendoci adesso, potrei avere un giudizio falsato dall'entusiasmo, ma mentre lo percorrevo mi è sembrato il pezzo più bello fino a quel momento e, con un'eccezione che poi approfondirò, ritengo sia il più bello di tutto il week end. L'orario (11:30) forse era ideale per la posizione del sole, e avrà inciso anche che fosse tutto asfalto pulito, ma è veramente un lunghissimo e godibilissimo parco giochi: saliscendi, misto stretto, allunghi, sequenze rapide e varie di tutto quello che vorreste avere sotto le ruote in queste occasioni.
In effetti se riguardate la mappa, sembra una linea tracciata da una mano molto tremolante. Dovremmo usarla per fare la perizia calligrafica su tutte le strade dei dintorni e fiondarci appena otteniamo un confronto positivo.
Se la salita di Tolfa fosse così ci andrei tutte le sere, direttamente dall'ufficio.

Cinque stelle senza nessuna esitazione, segnatevelo se volete fare un regalo ad un amico.
La cosa che mi colpisce maggiormente è che chi cazzo se ne accorge più dell'aria fresca?!
:-)

Sarteano (quasi) - San Casciano - 15kmPoco prima di arrivare a Sarteano svolto per iniziare il percorso panoramico che in mattinata avevamo identificato con ucarcamagno. Dal punto di vista motociclistico ci sembrava promettente che costeggiasse il monte Cetona. 15km.

E infatti questa è l'eccezione di cui scrivevo prima.
Se il tratto precedente è un parco giochi questi Km sono le montagne russe con le gambe fuori, anzi, la parte intensa delle montagne russe, tipo la prima discesa verticale.
Non hai il sorriso stampato in faccia solo perché sei troppo concentrato o stai facendo fatica, infatti a tratti è molto impegnativo (in particolare i tre tornanti, chiusi più che stretti, ravvicinatissimi e molto pendenti; praticamente li ho sbagliati sempre, con correzioni di freni e gas ad ogni passaggio), ma è proprio entusiasmante!!!
Durante non ci ho neanche pensato, per quanto ero preso, e ne ho avuto consapevolezza solo quando improvvisamente, in fondo alla discesa ripida (guardavo solo la strada), mi è apparso San Casciano (il paese, per fortuna).
WOW, che meraviglia di strada!
Ma che delusione, era finita. E dovevo anche restituire la moto!

A quel punto, preso dallo sconforto, dopo aver superato un profondo conflitto interiore, valutato approfonditamente la situazione, opportunamente bilanciato i rischi con i benefici e considerato da tutti i punti di vista il significato del concetto "amicizia", in 4 secondi e mezzo avevo l'anteriore che puntava nuovamente verso il Cetona e Sarteano, per un secondo giro, andata e pure ritorno.
Altri 30 km, YEAH!!!!

Sarteano (1)Arrivato dall'altra parte, grazie al cambio di direzione e nonostante l'orgasmo multiplo ho notato Sarteano. O forse avevo solo bisogno di respirare e avrei fotografato anche il cielo vuoto.

Sarteano (2)Sul rettilineo finale ho fatto inversione per iniziare il ritorno, dopo aver aspettato per 2 minuti che un gruppo di auto prendesse del vantaggio.
Non volevo rischiare di trovarmele davanti nel tratto di curve più strette, che mi era parso corrispondere al punto più alto.

A questo punto riparto con tutta la consapevolezza del tracciato e me lo bevo a sorsi come una birra fresca d'estate, pregustando il sapore che verrà in ogni segmento che riconoscevo.
Talmente scorrevole che il trenino di macchine l'ho dovuto passare ampiamente prima della "cima". Andavano così piano!
Probabilmente lì la pendenza incide molto più delle curve, ma non me ne ero proprio accorto, avendo più di 100 Nm sotto il culo!!! La differenza era tale che il singolo sorpasso durava 10 m, sembrava di superare dei ciclisti.

Per la verità "ogni segmento" tranne quei tre fottuti tornanti, troppo stretti, pendenti o di raggio irregolare, porca zozza!
Ed era la terza volta che ci provavo...
"Sai che c'è, allora? Visto che saranno in tutto 300m, me li rifaccio e poi continuo."
Detto, fatto, "e almeno stavolta non ho dovuto frenare, tiè!"

Di nuovo il sorpasso del trenino di macchine a pedali e poi si continua con gli avvitamenti, i giri della morte e il tagadà fino alla discesa che porta in paese.

La cosa che mi colpisce maggiormente è che ci vorrebbe proprio un po' d'aria fresca, a questo punto!

Come valutazione di questo tratto credo di aver detto a sufficienza, ma aggiungo due aspetti che ritengo fondamentali:
- non va fatto di passaggio perché non un è tragitto, è la destinazione. Solo se hai voglia di giocare, anche fisicamente. Se fosse a Tolfa non ci passerei tutte le sere tornando dall'ufficio, ma andrei appositamente ogni quattro o cinque domeniche, qualora mi sentissi in palla.
- non va fatto col passeggero, bauli o carico vario. Immagino la fatica sarebbe troppa e spegnerebbe il divertimento. In ogni caso lo farebbe la zavorrina che dà di stomaco.
Tornando al rapporto del parco giochi con le montagne russe, un esempio adeguato potrebbe essere la giornata agli scogli piatti di Capo Testa di sinistra (Santa Teresa di Gallura) e il relativo tuffo da 10m. Della prima più ce ne è, meglio è. Il secondo non lo puoi fare per tutto il giorno, non piace a tutti e anche quelli a cui piace a volte non ci riescono :-(

San CascianoA San Casciano, dove gli amici non erano ancora sufficientemente belli, lascio la Banditona (scoprendo solo grazie ai conteggi di aver percorso 100 Km, ma non l'avrei mai detto), ringraziandola e giurandole eterna stima, e riprendo la mia.
Purtroppo con il timore di non riuscire più ad apprezzarla come prima.

San Casciano - Grotte di Castro - 35kmMi faccio consigliare dalla receptionist il tragitto migliore e mi avvio verso Acquapendente e Grotte di Castro. 35km.

All'inizio soffro un po', moralmente, perché mi rendo conto che in media entro nelle curve e ne esco con circa 15 km/h in meno. Inoltre il motore per fare cose simili gira 1500/2000 giri + alto (lo so, forse questo interessa solo a me, ma ritengo abbia la sua importanza. Altrimenti i grafici delle curve di potenza e coppia che li pubblicano a fare? Potrebbero scrivere solo il valore massimo, no?).
Dopo qualche curva mi accorgo che se smetto di spostarmi sulla sella non cambia praticamente nulla, questa gira da sola, basta lo sguardo e fa la traiettoria mentre io mi riposo (la famosa "bicicletta").
Nonostante le modifiche piuttosto azzeccate alle sospensioni che ho apportato in previsione della gita, è anche sensibilmente più morbida e quindi non traccia gli stessi solchi. Ma dopo due brusche sconnessioni dell'asfalto capisco pure che, almeno nel mio caso (95% di tracciato urbano, 360 gg all'anno), non è battibile da una stradale, e non potrei rinunciarvi, soprattutto con i problemi alla schiena degli ultimi mesi.
Dovrei avere la possibilità di affiancarla, invece di sostituirla, per migliorare la situazione. Un po' mi consolo sapendo che me ne farò una ragione.
Se avessi passato la mattinata in pista con una R1 vorrei restituirla?
Quanto spesso ci vado a Tolfa?

Tratto non particolarmente attraente, soprattutto dopo Acquapendente, ma con diverse sconnessioni in carreggiata anche prima.

Grotte di castro (1)Grotte di Castro, dove grotte non ce ne sono (Il termine "Grotte" deriva dalla presenza di numerose case scavate nella roccia), è molto d'impatto, con le sue case tutte uguali in forma e colore.

Grotte di Castro (2)Purtroppo con l'iPhone per far vedere il colpo d'occhio reale, cioè sia le case che il resto, ci vogliono due foto

Sì, dietro c'è il lago di Bolsena. :-)

Qui ho percorso una strada molto carina del centro storico che si è ristretta gradualmente fino al punto in cui non c'era più la possibilità di fare inversione, e quando è finita mi sono trovato davanti una scalinata che scendeva verso la piazza principale. Non avevo più opzioni, tranne rimanere bloccato in attesa di carro attrezzi (uno molto stretto, però).
Quindi mi sono fatto coraggio e ho affrontato una trentina di gradini, per fortuna alti solo una decina di cm, lunghi circa 80 e soprattutto col paesino deserto (13:45). A giudicare dallo stato della piazza stavano tutti festeggiando comunioni, vigili compresi.
Non sto a descrivere il sollievo che questo sia accaduto dopo aver ripreso la mia moto, ma credo si possa immaginare.
Il tempo di riprendermi dallo stress, scattare due foto sottoesposte nel buio della chiesetta e sono corso in un bar, dove non c'era campo per il cellulare. Giusto in tempo per guardare partenza e gara del GP di Montecarlo di F1, durato mezzo pomeriggio, buona parte del quale trascorso vicino alla porta per cercare di sincronizzarmi via SMS con il resto della truppa, un manipolo di eroi coraggiosamente immerso in vasche termali per quasi tutta la giornata.

Grotte di Castro - Orvieto - 28kmAvuta conferma dai pallemosce (dopo ore di ammollo nell'acqua calda mi pare il minimo) che il rientro sarebbe stato in autostrada (per la gloria c'è sempre tempo), mi sono diretto verso Orvieto.
La strada non è niente di che. 28km.

Orvieto (2)Mi è parso un peccato non fare un salto nel centro, visto che il tempo c'era.

Poi ci siamo incontrati all'autogrill dopo Orte, scoprendo che il tutor subito prima è aggirabile passando dall'area parcheggio, e ci siamo avviati verso casa.

Orvieto (1)A questo report, però, manca che specifichi che non ho mai corso rischi, con la mia o con l'altra, né raggiunto velocità da circuito. E' vietato e non si fa.
Prudenza, sempre!

Orvieto (3)Quando abbiamo detto che andiamo a Tolfa?
:-D




Ciao,
prsdnt

P.S. Questo link è per chi vuole sentire un'altra campana sul Bandit:
bandit.it - Prova Bandit 1250

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