Scuola DiazIn questi giorni la corte di Strasburgo ha condannato l'Italia per lo scempio avvenuto alla scuola Diaz il 21 luglio del 2001 durante il G8 di Genova e ha chiesto che venga introdotto il reato di tortura.

Premesso che le mie informazioni sono limitate ai giornali letti in quei giorni terribili e al film "Diaz" (che tra l'altro verrà trasmesso oggi su Sky Cinema 1 di cui consiglio vivamente la visione… soprattutto a chi ha lo stomaco forte), che per definizione raccontano una storia di seconda mano, oggi, su Sky news proponevano un sondaggio tra i loro utenti sull'introdurre o meno il reato di tortura.

Ovviamente un sondaggio del genere proposto subito dopo le immagini che ricordano quella terribile notte non può che portare ad un assenso di massa.

Io stesso sono ancora sconvolto dalle barbarie della polizia su persone innocenti (o almeno così sono considerate dalla legge Italiana anche per un solo ragionevole dubbio - L. n. 46 del 2006) e quindi dalla giustizia sommaria (forse meglio descritta dall'espressione "Macelleria messicana") perpetrata dai poliziotti in quella notte.

Lo sono ancor di più per i continui e perpetuati insabbiamenti e depistamenti da parte della Polizia Italiana per coprire i colpevoli.

Oggi però, quando sento parlare di introduzione di reato di tortura mi passa un brivido lungo la schiena: se in Italia questo reato non esiste è perché nella mente "media" a nessuno verrebbe mai in mente di torturare qualcun altro.

In criminologia punire un reato (ad esempio un omicidio) non è tanto per l'omicidio in se, quanto per il fatto che la persona che lo ha commesso ha superato quell'invisibile linea di demarcazione (che chiameremo genericamente buon senso) e, si sa, una volta superato un limite, farlo nuovamente è più semplice.

Introdurre un reato è come spostare un po' più in là questa linea di demarcazione: se esiste una legge vuol dire che i cattivi lo fanno… il che da un lato permette allo stato di punire i cattivi, ma dall'altro inconsciamente rende reale e concreta e quindi parte del quotidiano, un'azione brutale e fino ad oggi impensabile, come la tortura.

Anche se ovviamente il paragone non regge, sono fortemente convinto che il proibizionismo sull'alcool ha creato, nei paesi in cui era applicato, più danni che benefici.

Ad ogni modo, ribadendo la mia ignoranza sui dettagli di ciò che successe allora, credo che siano più urgenti delle leggi sull'omertà del corpo di Polizia piuttosto che quella sul reato di tortura.

Collegati o registrati per inviare un commento