Scontrino fiscaleIn Italia, si sa, siamo bombardati di tasse.
In realtà è più che altro un luogo comune, perché statistiche alla mano non siamo nemmeno tra i primi 10 in Europa in quanto a percentuale di tasse.
Quello che è assolutamente vero, però, è che siamo tra gli ultimi posti come qualità dei servizi e per il rapporto stipendi/costo della vita.

Cosa serve allora per aumentare i servizi?
Due cose fondamentali: che la gente lavori di più e avere più fondi (e quindi più tasse).

Cosa serve per aumentare gli stipendi e a diminuire il costo della vita?
Una cosa fontamentale da sola basterebbe: pagare meno tasse!

E allora qui abbiamo un problema, che si può riassumere nel detto "avere la botte piena e la moglie ubriaca".
Ma allora mi domando: ma come fanno gli altri paesi europei a cavarsela?

Cominciamo dal primo punto: che la gente lavori di più.
In Italia abbiamo una parte di persone che lavora sodo, ma ne abbiamo altre due che forse per numero totale superano la prima:
abbiamo un bel gruzzolo di disoccupati che pesano sulla nostra società come un corpo morto ma che sarebbero ben volentieri disposti a lavorare come matti se solo trovassero un impiego, e una parte (la più marcia) che ha una comodissima poltrona su cui sedere e che l'unico compito che si impegnano ad assolvere è semplicemente "scaldarla".

Perché questo succede?
Perché ai tempi che furono i datori di lavoro facevano il bello e cattivo tempo, quindi i sindacati sono cresciuti al punto da dare fin troppi poteri al lavoratore, che in moltissimi casi se ne approfitta.
Oggi, il datore di lavoro, pur di non rischiare di assumere un formidabile scaldatore di poltrone e tenerselo "finché morte non vi separi", semplicemente non assume e basta.

Come si fa a sbloccare questa situazione?
L'unica cosa da fare e ritoccare il famoso "Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori".
Ma così facendo si rischia di tornare al tempo in cui i datori di lavoro facevano il bello e cattivo tempo...
...e come si fa?

Nel mondo del "privato" (e purtroppo non nel "pubblico") per un'ovvia questione strettamente legata alla profittabilità dell'azienda si utilizza normalmente un sistema di "obiettivi" che legano a doppia mandata il superiore ed il subordinato verso un obiettivo comune, nel quale sono chiaramente specificate le reciproche responsabilità ed entrambi sono esposti in caso non vengano portati a termine.

Ma come si fa a portare questo meccanismo nel settore "pubblico"?
La risposta purtroppo non è indolore, ma la miglior cosa da fare è rendere il "pubblico"... "privato"!

Passiamo ora al secondo punto: diminuire tasse e costo della vita e contemporaneamente aumentare gli stipendi.
Io sono uno "stipendiato", quindi a meno che a mia insaputa la mia azienda non paghi le mie tasse allo stato... ma non credo, anche volendo io non posso "evadere".
Chi è che può evadere e soprattutto, perché lo fa?
Per lo più i liberi professionisti, il cui controllo è decisamente più complicato rispetto agli impiegati, e il motivo è ovvio: c'è troppa pressione fiscale.

Ma se si evade, la pressione fiscale non pò che aumentare... e allora?
E allora qui si cade in un altro luogo comune: se tutti pagassero le tasse, ci sarebbero meno tasse per tutti!
Quella gigantesca fetta di soldi che non arrivano alle casse dello stato basterebbe e soprattutto avanzerebbe per migliorare i servizi, mentre quello che avanza non sarebbe più necessario e allenterebbe la pressione fiscale.

L'unica cosa da fare, quindi, è combattere l'evasione fiscale!
Ma per "combattere" non si intendono dei soldati con il mitra in mano (e delle fiamme gialle sul berretto!), ma la semplice attenzione da parte di tutti noi.
Non stiamo parlando di oscure manovre finanziarie per le quali la media nazionale degli introiti diviso il numero degli abitanti permette di avere 100 lire in più in busta paga, stiamo parlando di cose di tutti i giorni, del dentista, del meccanico, dell'architetto (sono solo esempi, per carità) che con la faccia da schiaffi ti dice che il conto è di 1.500€ con fattura e di 1.000€ senza,  del ristorante che ti porta il conto su un foglio a quadretti scritto a mano, del cappuccino e cornetto al bar che costa 1,80€: se il barista non ti dà lo scontrino, i 40 centesimi di tasse li stai semplicemente pagando tu invece che lui!!!

A volte è difficile (anche se sempre più persone lo fanno) piantarsi con ostinazione davanti alla cassa finché non ti fanno lo scontrino.
Ancora più difficile è pagare 500€ in più quando non hai i soldi per comprare le scarpe a tua figlia.
Ma soprattutto, come facciamo a dire alle famose "istituzioni" che il tale o il tal'altro non paga le tasse a mio discapito?

E qui interviene il genio umano: per la sempre crescente quantità di utenti smartphone (iPhone e Android) è uscita un "App" straordinaria!

Tassa.li

Tassa.li


Come funziona?
Utilizzando il sistema di localizzazione integrato negli Smartphone, basta scrivere l'importo per il quale non è stato emesso lo scontrino/fattura, la categoria dell'esercizio e premere "invia" e il gioco è fatto!
Le segnalazioni vanno via via accumulandosi in un archivio di consultazione pubblica.

Ho letto qualcuno lamentarsi di non poter scrivere il nome dell'esercizio, ma ricordo a costoro che chi non accetta uno scontrino/fattura è passibile di multa tanto quanto chi non la emette (dimostrare chi dei due abbia iniziato è un processo lungo e complesso).
Quindi giovare dell'anonimato è un vantaggio che mi sembra giusto venga ripartito per entrmbi i contendenti.

Per quanto riguarda l'efficacia in sé: sicuramente se una grande quantità di evasioni avviene nello stesso luogo, se non altro per "curiosità", può comunque smuovere la Guardia di Finanza per un "controllino" anche se non è uno strumento ufficiale.
Il grosso vantaggio è sull'effetto collaterale: se il commerciante sa che chiunque può "segnalarlo", prima di evadere ci pensa due volte!

Scaricatela e cominciate a ridurre l'evasione... è nel vostro stesso interesse!

Collegati o registrati per inviare un commento